
Come credere in sé stessi: la storia di Zaha Hadid
Credere in se stessi è un viaggio continuo, un impegno personale che richiede pazienza e dedizione. Così come racconta la storia di Zaha Hadid.
Zaha Hadid è stata la prima donna a ricevere, nel 2016, la Medaglia d’Oro del Royal Institute of British Architects, un riconoscimento per trenta anni di sperimentazione e ricerca nel campo dell’architettura, del design e dell’urbanistica.
Zaha, scomparsa nello stesso anno in cui ricevette l’ambito premio, si era detta ” molto orgogliosa di aver ottenuto la Royal Gold Medal, in particolare per essere la prima donna a ricevere questo riconoscimento. Ora vediamo sempre più donne architetto, donne affermate. Questo non significa che sia facile. A volte le sfide sono immense. C’è stato un enorme cambiamento negli ultimi anni e continueremo questo percorso. Parte del lavoro dell’architetto è quello di far sentire bene le persone negli spazi in cui vivono, che sia la scuola o il posto di lavoro. Quindi dobbiamo essere impegnati a innalzare gli standard. Gli architetti hanno ora le competenze e gli strumenti per farlo”.
Ma come è arrivata a questo e ad altri importanti riconoscimenti?
Il segreto del successo di Zaha è sempre stata una forte determinazione, il “credere in se stessa”, nelle sue capacità. Soleva ripetere, infatti: “Ho sempre pensato di essere potente, fin da quando ero bambina”.
Zaha Hadid è nata a Baghdad nel 1950, in una famiglia particolarmente agiata (il padre è un imprenditore edile e politico, la madre un’artista).
A 10 anni, decise che voleva diventare “architetto”. Talmente determinata che prima studia matematica all’Accademia Americana di Beirut e poi, nel 1972 si trasferisce a Londra per proseguire gli studi alla Architectural Association. Dopo essersi diplomata nel 1977, inizia a lavorare per uno dei suoi insegnanti Rem Koolhaas e, parallelamente ad insegnare in prestigiosi istituti, dalla stessa Architectural Association fino a diverse Università americane come Harvard e Yale. Nel frattempo però, nel 1979, torna a Londra e fonda il suo studio di architettura Zaha Hadid Architects.
Nonostante le sue idee siano apprezzate e notate, nonostante vinca diversi concorsi anche importanti, le sue architetture non vengono realizzate. Sono considerate troppo avveniristiche, a volte addirittura irrealizzabili. Ma Zaha non si sposta minimamente dalla sua visione e dai suoi obiettivi.
Nel corso della sua vita progettò stazioni dei vigili del fuoco, musei, ville, centri culturali, centri di sport acquatici e molto altro. Zaha si forgiò di un percorso personale e professionale da sola: credere in sé stessi è sempre stata la sua filosofia di vita. Zaha Hadid inizia una corsa inarrestabile che trasformerà il suo studio in un impero e lei in uno dei nomi più influenti del mondo dell’architettura, a soli 43 anni. La vera svolta arriva nel 2004 quando diventa la prima donna a vincere il Pritzker Prize, il Nobel dell’architettura.
Nonostante la sua scomparsa a soli 66 anni, è considerata la più importante rappresentante, in età contemporanea, dell’architettura declinata al femminile. Sapeva cosa voleva e non si dava pace finché non lo otteneva, perché credeva in sé stessa. E questo è il vero segreto per ottenere ciò che si desidera, nella vita.
Curiosità
Si racconta che, un giorno, Zaha, salì a bordo di un aereo. Il pilota annunciò che ci sarebbe stato un breve ritardo nel decollo. Zaha non volle saperne e pretese che la facessero salire subito su un altro volo. L’equipaggio rispose che non era possibile, poiché il bagaglio si trovava già nella stiva. Ma Zaha tanto disse e tanto fece, tanto credeva in sé stessa, da averla vinta, anche in questo caso.
Non si può essere determinati, raggiungere gli obiettivi, senza credere in sé stessi. Devi riconoscere il tuo valore, credere nelle rue capacità per rendere la tua vita straordinaria. Zaha ha progettato edifici straordinari che nessuno, tranne lei, aveva mai immaginato. Sapeva chi era, quanto valeva e dove stava andando.
Non è mai troppo tardi per iniziare a credere in se stessi.
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